Come ricordato dagli esperti di Schroders in questo approfondimento per la serie IncomeIQ, per i millennials non è un buon momento, specialmente quando si parla di lavoro e welfare.
PROBLEMA
Assoprevidenza (l’Associazione Italiana per la Previdenza Complementare) lancia l’allarme: la consueta forma di previdenza sociale potrebbe non bastare all’assistenza dei futuri pensionati. Pesano anche fattori come la precarietà dei contratti che riduce la prospettiva della pensione integrativa, ma anche la disoccupazione e il calo demografico attualmente in corso nel Paese.
I problemi del mercato del lavoro sono quelli che incidono più pesantemente, come afferma lo stesso Presidente di Assoprevidenza, Sergio Corbello: i contratti precari fanno sì che i contributi versati siano notevolmente ridotti e, di conseguenza, abbiano ingenti ricadute sulla futura pensione di base che i giovani lavoratori dovrebbero riscuotere al termine della carriera lavorativa.
I dati Istat relativi al mese di marzo 2017 infatti mostrano un preoccupante crollo demografico in atto nel Paese: il saldo negativo è di quasi 90.000 abitanti.
La popolazione italiana, almeno per il momento, si mantiene stabile intorno ai 60,5 milioni di abitanti, ma è il tasso di natalità a registrare un netto calo. Le nascite, infatti, hanno raggiunto il livello storico minimo nel 2016, con soli 474000 nascite. Quelli che aumentano, invece, sono i decessi, che risultano maggiori delle nascite. Il risultato è che l’Italia conta più persone anziane che giovani e la situazione si aggrava per la spinta migratoria che sta portando molti under 35 italiani a cercare un’occupazione all’estero. Insomma, se i giovani italiani non fanno figli in Italia, probabilmente li faranno altrove e il Paese continuerà ad invecchiare.
SOLUZIONE
Assoprevidenza ha messo in luce il problema, ma con esso ha anche proposto alcune possibili soluzioni. Una di queste, per esempio, potrebbe essere rendere obbligatoria l’assicurazione LTC (Long Term Care) con cui sarebbe possibile garantire un aiuto economico agli individui che perdono l’autosufficienza.
L’ultima novità, inoltre, riguarda un’ipotetica “pensione di garanzia” rivolta ai giovani: un importo fisso pari all’assegno sociale (quindi, circa 450 euro mensili), sostenuto dallo Stato, volto a integrare i contributi già versati dal lavoratore. Oltre a questa proposta, si parla anche del riscatto gratuito degli anni di laurea, ossia della possibilità per i giovani nati tra il 1980 e il 2000 di poter convertire gli anni passati sui libri in anni conteggiati per l’anzianità contributiva senza però alcun costo fiscale (costo invece attualmente previsto).
Parlando di previdenza, secondo Schroders per integrare il contributo dello Stato si possono intraprendere iniziative attive per costruire il proprio futuro. Come ricordato dagli esperti della società, esistono soluzioni di investimento che vanno incontro alle esigenze dei risparmiatori e anche quelli che non dispongono di grandi somme di denaro possono iniziare ad investire tramite un Piano di Accumulo Capitale, conosciuto anche come PAC. Il PAC, infatti, prevede l’investimento di piccole cifre periodiche, mirando all’accumulo di un capitale superiore a quello inizialmente versato.
Insomma, anziché ricorrere al porcellino di ceramica è possibile iniziare a costruire un portafoglio investito in strumenti finanziari, con un’asset allocation equilibrata e diversificata per ottenere risultati soddisfacenti e assicurarsi un aiuto extra per quando si andrà in pensione, senza dover fare affidamento solo ed esclusivamente alla previdenza canonica.