Molti lavoratori spesso si trovano ad un bivio al quale non sanno scegliere, decidere se lasciare il TFR in azienda o versarlo in un fondo pensione.
Questa scelta è molto importante e va fatta dopo un’attenta analisi e riflessione, perché stiamo parlando del futuro proprio e della propria famiglia, oltre che all’opportunità di far crescere il capitale guadagnato con il lavoro quotidiano.
In questo breve articolo, analizzerò il rendimento e la tassazione di entrambe le opzioni dandoti così un quadro semplice e chiaro, spiegandoti qual è la scelta migliore tra TFR in azienda o in un fondo pensione.
Che cos’è il TFR?
Iniziamo, però, dando una breve spiegazione di che cos’è il TFR.
Il Trattamento di fine rapporto (TFR) è una parte (6,91%) della retribuzione annua lorda che viene annualmente accantonata dal datore di lavoro per essere corrisposta al lavoratore dipendente alla cessazione del rapporto di lavoro. Questa parte di retribuzione può essere destinata anche ad un fondo pensione integrativo, al fine di contribuire alla previdenza complementare del lavoratore.
Insomma, un “piccolo capitale” che si accumula negli anni di lavoro e che il lavoratore stesso può decidere come impiegare. Il lavoratore ha tempo 6 mesi, a partire dalla data in cui è stato assunto, per decidere se lasciare il TFR in azienda o versarlo in un fondo pensione. Nel caso abbia deciso per l’azienda, è bene sapere che può poi in qualsiasi momento decidere di cambiare e destinare il TFR ad una forma di previdenza complementare.
Ora andiamo ad analizzare entrambe le possibilità.
Se decido di lasciare il TFR in azienda
Tassazione del capitale accantonato
Come viene tassato il TFR lasciato in azienda?
La tassazione, in questo caso, è molto più alta rispetto a quando si decide di destinare il TFR in un fondo pensione.
Nel momento in cui andrai a riscuoterlo, verrà tassato come un normale reddito, quindi con l’aliquota media IRPEF.
La tassazione minima è pari al 23% e può aumentare in base alla fascia di reddito degli ultimi 5 anni, fino al 43%.
Rendimento del capitale
Il TFR lasciato in azienda viene rivalutato al tasso dell’1,5% + 75% del tasso di inflazione al dicembre dell’anno precedente, dunque in misura prestabilita.
TFR in un fondo pensione
Nel caso del TFR in un fondo pensione, l’adesione al fondo può essere di due tipologie, in base al fatto che la scelta venga esplicitata oppure no:
- Adesione esplicita: avviene quando si decide di versare il TFR in un fondo pensione entro 6 mesi dall’assunzione.
- Adesione tacita: avviene quando il lavoratore non si esprime entro i 6 mesi previsti. Si viene iscritti automaticamente al Fondo pensione negoziale previsto dal CCNL o contratto aziendale. Questo succede nel caso in cui l’azienda ha più di 50 dipendenti.
È importante fare una precisazione. Un lavoratore può scegliere di aderire al fondo pensione in qualsiasi momento, basterà compilare il relativo modulo e avviare i versamenti.
Tassazione e rendimento del TFR nel fondo pensione
Decidere di versare il TFR in un fondo pensione permette di accedere a diversi vantaggi fiscali riservati alla previdenza integrativa, sia sul capitale versato sia sui rendimenti.
I vantaggi sono:
- I rendimenti che sono maturati durante la gestione dei versamenti subiscono un prelievo fiscale tramite tassazione sostitutiva pari al 12,5% sui rendimenti da Titoli di Stato e al 20% sui rendimenti da altri impieghi contro il 26% di tutti gli altri investimenti.
- Le prestazioni finali per i lavoratori del settore privato, sia in forma di rendita che di capitale, sono tassate con un’aliquota pari al 15% che si riduce dello 0,30% all’anno per ogni anno di permanenza nel fondo pensione oltre il quindicesimo. Si può arrivare fino ad un’aliquota minima pari al 9%.
Per quanto riguarda i rendimenti, decidendo di versare il proprio TFR maturando alla previdenza complementare, il lavoratore accede alla grande opportunità di partecipare al rialzo dei mercati finanziari e godere di rendimenti di lungo periodo potenzialmente più elevati.
Per avere un’idea più completa dei rendimenti generati dai fondi pensione nell’ultimo decennio, ti invito a leggere questo articolo de Il Sole 24 Ore: https://www.ilsole24ore.com/art/fondi-pensione-anno-pandemia-lima-adesioni-contributi-e-rendimenti-ADQybeIB
Esempio di tassazione
Facciamo un semplice esempio per far capire l’impatto della tassazione nei 2 casi e perché la scelta di destinare il TFR in un fondo pensione conviene maggiormente.
Ipotizziamo, ad esempio, che un dipendente maturi un TFR lordo di 100.000 € in 40 anni di servizio.
Se il TFR è stato lasciato in un fondo pensione e supponendo che l’adesione a questo sia per l’intera durata del lavoro, quindi 40 anni, la tassazione sarà pari al 9% ovvero il minimo.
Quindi, 100.000*9%= 9.000 €
Dunque, il TFR netto sarà: 100.000-9.000= 91.000€
Nel caso in cui il TFR venga lasciato in azienda, di solito, ti verrà applicata un’aliquota pari a circa il 30% del tuo TFR. Da questa semplice affermazione é già possibile evincere facilmente la convenienza economica in termini di tassazione.
Tipologie di fondi pensione
Un lavoratore. che decide di destinare il TFR ad un fondo pensione, ha 3 soluzioni possibili a cui aderire: FIP, PIP o Fondi Negoziali.
FIP e PIP: Si tratta di forme pensionistiche individuali che possono essere classificate come piani previdenziali, cioè piani di investimento studiati su misura per l’aderente e che servono a generare una pensione in futuro. Chi sceglie di destinare il suo TFR ai FIP, aderisce ad una forma particolare di fondo pensione aperto con costi di gestione dello strumento più contenuti rispetto ai PIP.
I Fondi Negoziali: Si tratta di una forma di pensione complementare particolare. Ha determinati requisiti ed è rivolto solo a lavoratori o iscritti ad un CCNL che ne consente l’iscrizione, oppure impiegati in settori o aziende che ne hanno uno di riferimento.
Fondi Pensione, i vantaggi per le aziende
Per un’impresa con meno di 50 dipendenti, il TFR lasciato in azienda dal lavoratore viene utilizzato come una forma di “autofinanziamento”.
Per le aziende sopra i 50 dipendenti non vi è alcuna differenza poiché il TFR lasciato in azienda dal dipendente viene versato al Fondo di Tesoreria dell’Inps.
Perché conviene all’azienda che il lavoratore destini il TFR in un fondo pensione?
Il decreto n. 252/2005 ha predisposto delle forme di compensazione, così da rendere vantaggiosa la rinuncia a tenere il TFR in azienda:
- Beneficio fiscale: consiste nella deduzione dal reddito di impresa del 4% (per le imprese con meno di 50 dipendenti) o del 6% (per le aziende con più di 50 dipendenti), percentuale che va applicata all’importo effettivo del TFR conferito.
- Beneficio contributivo: riduzione dello 0,28% sugli oneri sociali (per disoccupazione, assegni nucleo familiare) che devono essere versati dall’azienda. Questa riduzione deve essere calcolata sulle retribuzioni totali dei dipendenti che hanno aderito al conferimento del proprio TFR al fondo pensione.
In conclusione
Tra lasciare il TFR in azienda o destinarlo in un fondo pensione, confrontando le tassazioni e i rendimenti, si intuiscono subito i vantaggi per chi decide di aderire ad un fondo pensione.
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